The Epiphytes Attitude #1 - Arboree volanti
Simone Berti
A cura di Like A Little Disaster
Da Sabato 8 Agosto 2020 / ∞, H 24 – 7/7 @Polignano a Mare
Un mondo immaginifico, popolato da vegetali dotati di vita propria, animerà virtualmente l’intera area della città di Polignano a Mare, sabato 8 Agosto. Arboree Volanti è il nuovo progetto artistico di Simone Berti con la partecipazione di Thomas Braida, il duo artistico Genuardi Ruta e Patrick Tuttofuoco, realizzato con l’ausilio della Realtà Aumentata e fruibile attraverso il display di smartphone e tablet.
Gli alberi sono stanziali, come lo siamo stati noi in questo periodo di quarantena. Eppure le Arboree di Simone Berti si muovono e la questione parte da lontano, dal 1935: “I Centauriani possedevano strutture artificiali che fungevano senza dubbio da abitazioni […]. Le loro strutture erano «coltivate», non «costruite». Non modellavano forme in metallo: invece, conoscevano forme di protoplasma di cui avevano imparato a controllare il tasso e il modo d’accrescimento. Edifici, ponti, veicoli, persino le navi impiegate per i voli interspaziali, tutto insomma, era fatto di sostanza vivente, costretta a uno stato di quiescenza quando aveva raggiunto forma e dimensioni volute”. Così Murray Leinster, nel racconto Proxima Centauri, descrive una tecnologia aliena basata sulla manipolazione genetica dei vegetali, che oggi non suona più tanto incredibile.
Le Abroree Volanti sono sostanzialmente dei tronchi e, in qualche modo, anche entità aliene. Dalle astronavi lignee letterarie della fantascienza degli anni ‘30 alle contemporanee Arboree Volanti c’è un filo rosso che, attraversando un particolare e metafisico rapporto tra natura e architettura, unisce tutte le esperienze alla base del mondo artistico di Simone Berti, sempre in equilibrio tra i contrasti. Qui, concrete forme organiche, vegetali e arborescenti non solo si trasformano in oggetti che fluttuano a mezz’aria tra le case o sugli scogli, volteggiando a volte sopra le nostre teste, ma si manifestano impalpabili e irreali grazie alla Realtà Aumentata, attraverso una concretezza che non c’è.
Con questo progetto Simone Berti porta alle estreme conseguenze quel contrasto che sussiste tra la materia e l’astrazione: quell’equilibrio tra opposti che ha sempre caratterizzato la sua ricerca. Le Arboree si muovono, come nell’esperimento del botanico Stefano Mancuso: una pianticella di fagiolo appena germogliata si dirige direttamente verso un palo, unico oggetto presente nella stanza, per aggrapparvisi. Le piante, grazie ad un meccanismo a noi ancora sconosciuto, percepiscono l’ambiente intorno a loro. Potremmo dire, con un piccolo salto di fantasia, che sentano l’architettura e possano fare delle scelte, magari non estetiche ma sicuramente dettate dalla convenienza in termini di sopravvivenza.
Testi critici di Like A Little Disaster, Eva Fabbris, Luca Lo Pinto e una chiacchierata video con il filosofo Leonardo Caffo.
Per partecipare basta cliccare sul sito www.arboree.it, attivo da sabato 8 Agosto a partire dalle ore 07:00 e seguire le istruzioni, puntando lo smartphone sulle architetture, gli spazi urbani, naturali, centrali e periferici dell’area del comune di Polignano a Mare.
Simone Berti è nato ad Adria nel 1966, vive e lavora a Milano e ha esposto in mostre internazionali tra le quali Fare Mondi / Making Worlds, 52. Biennale d’Arte di Venezia nel 2009, su invito di Daniel Birnbaum; Italics, al MOCA – Museum of Contemporary Art, Chicago e Palazzo Grassi a Venezia, a cura di Francesco Bonami; Egofugal – 7. Istanbul Biennial diretta da Yuko Hasegawa; MACRO Museo, Roma con la sua ultima mostra personale: Simone Berti – Appunto di una generazione, 2017; Examining Pictures alla Whitechapel Art Gallery, Londra / Museum of Contemporary Art, Chicago / A. Hammer Museum – UCLA, Los Angeles; Manifesta 3, Ljubljana in Borderline syndrome: Energies of Defense; MAXXI Roma nella mostra Apocalittici Integrati; a Pechino con Young Italian artists at the turn of the millennium, Galleria Continua; Personal, mostra personale al museo GaMEC, Bergamo; Polyphonix 40, Center Georges Pompidou, Parigi; Zeitwenden / Outlook, Kunstmuseum, Bonn; SMAK Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Gand; El tiempo del Arte, Fundación PROA, Buenos Aires; ExIt, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Visioni a catena, Hara Museum, Tokyo.
Arboree Volanti
un progetto di Simone Berti
da sabato 8 agosto, a partire dalle ore 07:00
dal 22 agosto il progetto sarà visibile in tutto il mondo.
Al seguente link un elenco di dispositivi e browser compatibili con la Realtà Aumentata:
https://help.briovr.com/hc/en-us/articles/360036215534
L’evento è all’aperto e in luogo pubblico, pertanto soggetto alle norme di sicurezza attualmente vigenti nella Regione Puglia.
The Epiphytes Attitude
A cura di Like A Little Disaster
“Arboree Volanti” è il primo appuntamento di “The Epiphytes Attitude”, serie di progetti dilatati nel tempo e nello spazio che tentano di indagare i concetti di adattamento, sopravvivenza e sradicamento (dalla terra e dallo spazio fisico definito e chiuso).
Il progetto attiva una relazione metaforica tra pratiche artistiche e curatoriali e il sistema adattativo implementato delle piante epifite; felci, muschi, licheni, orchidee, tillandsie, alghe, bromeliacee e altri organismi sessili che non crescono sul suolo bensì dove gli umani non sono abituati a immaginarli. Questo tipo di piante vive su tronchi o rami di alberi, su altre piante, pietre, e su torri di trasmissione, pali elettrici e altri manufatti umani, alcune alghe epifite crescono perfino su diverse specie di animali.
Nel corso del loro processo evolutivo, le epifite hanno “semplicemente” deciso di spostarsi, disponendosi provvisoriamente su superfici mobili, creando associazioni improbabili che gli hanno permesso di ingannare la morte e sfuggire all’estinzione. Muschi, licheni e felci (o meglio, i loro antenati) sono state le prime piante ad evolversi, ciò significa che le epifite precedono l’evoluzione delle piante radicate nel suolo. Questa strategia richiama i rapporti istologici nomadi con la terra che precedono anche gli attaccamenti più stabili ad essa.
Le epifite sono anche chiamate piante aeree o figlie dell’aria. Sono in grado di catturare luce, acqua e sostanze nutritive da posizioni privilegiate – da un posizionamento senza fine, instabile e imprevedibile. Sono punti aleatori, ibridi riottosi ad ogni classificazione, nodi di una rete che lega in una catena ininterrotta fattori molteplici e distanti, e che rischiano di far saltare tutti gli ordinamenti, tutti i programmi, tutti gli effetti.
Una pianta epifita non influisce negativamente sul suo partner, essa è in grado di creare una relazione interspecifica non parassitaria, una relazione simbiotica che reca beneficio a entrambe parti della coppia coevolutiva. Le epifite vivono “ insieme – a” attraverso le differenze, sognano nuovi mondi per coevolvere e diventare-con-l’altro, generando ecosistemi alternativi.
Il prefisso greco Epi significa Sopra ma non in un senso di posizione gerarchica, è un “sopra” leggero come una carezza, perennemente interattivo e intercambiabile con l’alterità interspecifica e inappropriata.
Né oggetti né soggetti ma relazioni.
– Like A Little Disaster